Da pochi giorni il divieto di fare pubblicità alle società di scommesse sportive e di giochi d’azzardo è diventato legge in Italia e le polemiche non sono certo mancate. Più volte il vice Premier Di Maio, che in prima persona ha portato avanti il provvedimento, ha difeso con forza la nuova legge sostenendo che porterà ad una diminuzione del fenomeno della ludopatia.
La legge, infatti, avrebbe come scopo quello di diminuire il numero di persone che abitualmente gioca e scommette sia online che offline, in modo – purtroppo- spesso incontrollato e dannoso per la propria salute e per la proprie finanze.
l’Associazione Europea EGBA -European Gaming and Betting Association- che riunisce tutte le principali società del mondo del betting e del gioco d’azzardo, ha però criticato con forza questo provvedimento sostenendo che l’effetto non sarà assolutamente quello di contrastare il fenomeno della ludopatia, quanto piuttosto quello di alimentare il mercato clandestino e la proliferazione dei giochi e delle scommesse su siti poco sicuri e accreditati.
Un altro punto controverso della legge attiene alle Lotterie nazionali che, al momento, risultano escluse dal provvedimento. Giochi come il Lotto, il Superenalotto o la Lotteria Italia, potranno continuare ad essere sponsorizzati e pubblicizzati senza problemi, a discapito di altri operatori che detengono una regolare licenza rilasciata dall’AAMS per operare nel mercato italiano. I riflessi di questa decisione sono sia di natura politica che economica.
Come ha più volte sottolineato Maarten Haijer, Segretario Generale della EGBA, la decisione italiana è in controtendenza rispetto a quanto fatto in tutti gli altri Stati Europei dove si va verso una legalizzazione e un riconoscimento giuridico del settore. Non solo, secondo lo stesso Haijer il desiderio delle persone che giocano in modo compulsivo o irresponsabile di certo non diminuirà con questo provvedimento e il risultato sarà che gli stessi, non riconoscendo più gli operatori pubblicizzati, si orienteranno anche verso siti poco sicuri.
Altro risvolto negativo attiene al mondo dello sport che proprio dalle società di betting e di gioco d’azzardo ottiene grandi finanziamenti.
Si stima che gli introiti pubblicitari e di sponsorizzazioni provenienti dal mondo del betting e del gambling superino i 120 milioni all’anno.
La fine di questi incassi determinerebbe un danno enorme per il settore sportivo italiano, soprattutto per le società minori e per le discipline sportive considerate di nicchia che vivono proprio grazie a questi introiti.
Non a caso la Lega di Serie A ha già espresso con fermezza la sua opposizione al provvedimento, sottolineando i rischi che esso potrebbe causare al mondo del calcio italiano. Un altro nodo controverso attiene alle sponsorizzazioni già in essere per le quali vi sono già contratti vincolati pluriennali.
In base alla normativa vigente, i contratti di sponsorship e di advertising già in essere non verranno scalfiti dal provvedimento e decadranno alla fine regolare del contratto: ciò significa che chi già sponsorizza delle squadre o ha già firmato dei contratti pubblicitari sui diversi mass media potrà continuare a farlo a danno degli operatori che, invece, non hanno ancora accordi in essere.
Ciò determinerebbe una situazione ancora più complessa con una evidente crepa nel principio di libero mercato e di corretta concorrenza.
La EGBA ha dunque lanciato il suo appello affinchè il Parlamento italiano intervenga presto su questo tema e assuma una posizione più chiara in vista dei molteplici interessi in gioco.